Coronavirus, una seconda ondata tedesca?
Preoccupanti notizie ci giungono dalla Germania, dove sono state confermate le indiscrezioni di tre giorni fa. Un imponente focolaio di coronavirus è stato individuato nella città di Memmingen, nel Land della Baviera. Si tratta di 174 operai di una grande azienda agricola risultati tutti positivi al COVID-19. L’azienda è stata immediatamente “sigillata” ed ora tutti I suoi 500 dipendenti si trovano in isolamento, con possibilità di estendere le misure restrittive all’intera popolazione cittadina.
Il focolaio si inserisce nella scia di un aumento di tensione sul suolo tedesco. In Sassonia, il giorno prima dello scoppio del focolaio bavarese lo stato federale aveva già deciso di reintrodurre al più presto controlli (su base volontaria) sui passeggeri aerei di ritorno da Paesi considerati a rischio dal ministero degli esteri tedesco.
Il presidente della Sassonia Michael Kretschmer ha parlato di una seconda ondata già in atto ma ha cercato di smorzare la tensione ricordando che la struttura federale tedesca consente un’immediata risposta nell’arginare l’epidemia.
Tuttavia se si guarda al complesso arrivano segnali di allarme. I contagi medi sono in continuo aumento da giorni, e sebbene tutte le autorità predichino prudenza piccoli cluster epidemici (più piccoli di quello in Sassonia) si stanno sviluppando su tutto il territorio tedesco.
Il ministro della salute Jens Spahn (della CDU di Angela Merkel) ha cercato di spiegare l’aumento dei casi con il ritorno del turismo, preannunciando l’inizio di nuovi controlli per I passeggeri che giungono in Germania.
Una simile spiegazione però non convince, visto che nel periodo recente i focolai che hanno destato maggiore preoccupazione sono appunto quello di cui sopra e quello del mattatoio nel distretto di Gütersloh.
Tutti i dirigenti politici di alto livello negano l’evidenza fattuale di una malattia che si diffonde maggiormente nei luoghi di lavoro maggiormente affollati, in cui le misure di distanziamento sociale faticano ad essere attuate.
Ciò che pare meritevole di attenzione in questo contesto è la risposta delle aziende tedesche al coronavirus; questo perché, sebbene gli indicatori macroeconomici segnino i peggiori valori dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’indice di fiducia delle imprese è tornato di nuovo a salire a luglio, così come la fiducia dei consumatori.
L’IFO (così è chiamato suddetto indicatore) restituisce le prospettive di business che le aziende si pongono nel medio-breve periodo. Saranno dunque loro ad influenzare le decisioni politiche della Germania in autunno.
A dispetto dell’annuncio di una possibile seconda ondata, questi dati sono molto rilevanti per le future decisioni. Nello stesso tempo, i mercati finanziari tedeschi dimostrano ottimismo e stanno costantemente recuperando le perdite accumulate nei mesi scorsi.
Con un’economia di nuovo in rampa di lancio, che potrebbe essere ulteriormente rinvigorita dal pacchetto di aiuti europeo di cui in minima parte può beneficiare anche la Germania, sarà difficile attuare misure restrittive di lockdown come quelle a cui abbiamo appena assistito.
La politica tedesca intanto non sembra vivere particolari sussulti. Recentemente si è svolto un dibattito parlamentare riguardante la possibilità di rimuovere l’obbligo di indossare la mascherina in luoghi pubblici. Un’iniziativa portata avanti dai ministri (sia dell’SPD che della CDU, in pieno spirito di große koalition) del Land della Pomerania occidentale, cui molti altri Länder si sono accodati, tra cui anche la Sassonia. Il Bundestag ha rigettato la proposta con un consenso più o meno trasversale.
In quello che è un consueto conflitto tra potere regionale e potere centrale è interessante notare la posizione di uno dei due leader dell’AfD (l’Alternative für Deutschland, il partito di chiara matrice neonazista) Tino Chupralla che ha sostenuto come la validità scientifica della mascherina sia tutta da dimostrare e ha cercato di sviare la questione ponendo l’accento sul mercato nero che si è generato nella vendita delle mascherine.
L’AfD pare accordarsi così a tutta la destra “sovranista” europea su posizioni “viruscettiche”, nella speranza probabilmente di riconquistare il consenso che la cancelliera Angela Merkel è riuscita ad ampliare nel periodo del coronavirus. La Germania pare così pronta a cadere nel leit motiv di un governo liberal-liberista che tenta di mantenere una sicurezza di facciata da una parte, e un’opposizione di destra che va via via a sposare posizioni sempre più complottiste di negazione del virus dall’altra.
Fonti:
https://www.tagesschau.de/inland/infektionen-deutschland-101.html
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https://it.reuters.com/article/businessNews/idITKCN24P0YE
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