Vita politica internazionale – dodicesimo numero
Questo numero della rassegna dedicata al movimento comunista e operaio internazionale si apre con la dichiarazione del Partito Comunista del Messico in merito alle ingannevoli proposte di Obrador all’ultimo vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) e con il comunicato del Partito Comunista del Venezuela (PCV) sul prosieguo dei negoziati tra le fazioni borghesi del governo e dell’opposizione di destra che aprono il terreno al ritorno del FMI. Spazio poi alla denuncia degli attacchi anticomunisti in India nello stato del Tripula e ad una panoramica sulle campagne, lotte e manifestazioni in Spagna, Francia, Grecia e Turchia contro il carovita e le politiche antipopolari, il vertice militare della NATO e le guerre imperialiste e per il socialismo. Infine, l’appello-manifesto della Federazione Sindacale Mondiale (FSM) per una vita dignitosa per i lavoratori in occasione della giornata internazionale d’azione del 3 ottobre.
- PCM: Sulle proposte di López Obrador alla CELAC
Il 18 settembre si è tenuto in Messico il 6° Vertice della CELAC. La denuncia del bloqueo contro Cuba e le proposte e mosse ingannevoli del Presidente messicano López Obrador hanno generato molte illusioni su una presunta “svolta antimperialista”. L’Ufficio Politico del Partito Comunista del Messico (PCM) ha rilasciato una dichiarazione in cui ribadisce il carattere capitalista e antipopolare del governo Obrador e smaschera le reali ragioni che si celano dietro la sua demagogia e retorica “antimperialista”. Nell’evidenziare come le posizioni contro il bloqueo e le ingerenze a Cuba da parte di governi borghesi messicani non sono certo una novità ed hanno numerosi precedenti nella storia, il PCM rileva che il progetto del governo Obrador va nella direzione di una riedizione dell’“Alleanza per il Progresso” dell’amministrazione Kennedy, mescolato col modello dell’Unione Europea: ossia, una integrazione imperialista del continente. «L’integrazione imperialista dell’America Latina e dei Caraibi è una scommessa guidata dagli USA e dal Messico per sacrificare tutti i popoli del continente a vantaggio dei loro monopoli, di dimensioni maggiori, così come di un patto che implica maggiori sviluppi e quote di profitto per le borghesie dei paesi partecipanti. In tal modo si affronta anche la presenza e la penetrazione dei capitali cinesi. Per tutto questo si realizza una tenace opera di ingegneria che cerca di limare le dispute interborghesi e allo stesso tempo cerca di intrappolare i popoli a loro danno e imporre un rinnovato ciclo di accumulazione capitalista. […] Ci opporremo a qualsiasi progetto di integrazione continentale che abbia un carattere interimperialista, una somma di stati capitalisti, un’equazione che può tradursi solo in maggiore sfruttamento per i lavoratori e fame e miseria per i popoli.» - PCV: Con il patto d’élite del Messico il governo venezuelano torna al FMI
Il Messico è terreno, non a caso, anche delle negoziazioni tra le fazioni borghesi in disputa in Venezuela, rappresentate dal governo riformista e capitolatore di Maduro-PSUV e dall’opposizione di destra di Capriles e Guaidò. Il Partito Comunista del Venezuela (PCV), dopo aver già denunciato la natura e gli obiettivi antipopolari del “patto d’élite”, ha denunciato come tra le altre cose nelle negoziazioni sia stato trovato un accordo che apre le porte al ritorno del Fondo Monetario Internazionale e di altri organismi imperialisti. «Con il patto del Messico il governo di Maduro cede all’imperialismo. Con l’avvicinamento a questi organismi finanziari, il Governo cerca di trasmettere un messaggio più forte di fiducia al Governo degli USA e ai capitali monopolistici transnazionali che cerca disperatamente di attrarre nel quadro della sua politica di apertura economica. Sottomettersi alle richieste del FMI o della Banca Mondiale non rappresenterà comunque un grande cambiamento per il Governo nazionale. L’attuale adeguamento economico che si implementa nel paese coincide in gran parte con il programma neoliberista di queste istituzioni: liberalizzazione dei prezzi, congelamento dei salari, deregolamentazione delle relazioni lavorative, privatizzazioni, privilegi fiscali e tributari per il capitale, tra le altre. […] Il patto borghese del Messico, in ogni giornata, mette in evidenza il suo vero proposito: gettare le basi istituzionali-legali per ripartire le ricchezze del paese tra i capitali privati nazionali e stranieri, caricando sulle spalle del popolo lavoratore le conseguenze della profonda crisi attuale. La classe lavoratrice e il popolo in generale non possono lasciarsi ingannare dalle illusioni e offerte truffaldine del patto borghese del Messico.» - Comunisti sotto attacco nello stato del Tripura
Il 7 e 8 settembre un’ondata di violenti attacchi (video) sono stati scatenati nello stato del Tripura, in India, contro i comunisti e altre forze di sinistra da parte del partito nazionalista indù al governo del BJP con la compiacenza della polizia che si dedica a costruire false imputazioni e arresta sostenitori e militanti comunisti. «In questi due giorni, ben 44 uffici di partito – 42 del CPI(M), 1 del RSP [Revolutionary Socialist Party] e 1 del CPI(ML) – sono stati attaccati, devastati e dati alle fiamme. In una esibizione criminale senza precedenti, l’ufficio centrale del CPI(M) ad Agartala è stato assalito, subendo un tentativo di incendio; la folla è entrata nei locali e ha vandalizzato il busto dell’anziano leader tribale ed ex Primo ministro Dasrath Deb. Le guardie del Central Reserve Police Force (CRPF) schierate presso l’ufficio sono state misteriosamente ritirate un’ora prima degli attacchi. 67 fra case e negozi di sostenitori del CPI(M) sono stati bruciati o saccheggiati. Decine di sostenitori aggrediti fisicamente, per almeno dieci dei quali è stato necessario il ricovero immediato.» «Dal marzo 2018 al giugno 2021 – prosegue il comunicato – sono state devastate o saccheggiate 662 sedi di partito, 204 sedi di organizzazioni di massa della sinistra, 3363 case di membri e sostenitori del CPI(M ), 659 negozi e 1500 beni o infrastrutture di sussistenza come peschiere, alberi della gomma e così via sono stati distrutti. I barbarici crimini contro le donne stanno aumentando in maniera spudorata. Vengono imposte false imputazioni nel tentativo di intimidire e mettere a tacere i dirigenti del CPI(M). Gli attacchi sono aumentati e intensificati a causa del crescente malcontento popolare nei confronti del governo dello Stato. Tre anni dopo essere salito al potere, il governo del BJP non ha assolutamente mantenuto le sue promesse. […] Oggi nel Tripura si muore per fame. È cresciuta l’indigenza, è aumentata la disoccupazione, ai criminali viene data licenza, Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) è impegnata a diffondere i semi dell’odio e della divisione. Quando i media riportano la realtà vengono attaccati. Più di 30 operatori dei media sono stati aggrediti fisicamente. In questa fase sono state attaccate 4 testate giornalistiche critiche nei confronti del governo BJP. La crescente partecipazione popolare sotto la bandiera del CPI(M) e della sinistra nel Tripura ha portato il BJP a compiere gesti disperati.» - Grande manifestazione del TKP a Istanbul: Ora è il momento del socialismo!
In occasione del 101° anniversario della fondazione, il Partito Comunista di Turchia (TKP) ha organizzato una grande manifestazione ad Istanbul con il tema: “Non rimandare, non perdere tempo, non accontentarti di meno! Ora è il momento del socialismo”. Nel suo intervento, il SG del CC del TKP, Kemal Okuyan, ha affermato la necessità del socialismo e della costruzione di un fronte dei lavoratori e dei laici alternativo ai due della borghesia al governo e all’opposizione: «Quando la classe operaia salirà al potere, sarà proibito lo sfruttamento. Sarà bandita la propaganda di guerra, sarà bandito il razzismo. Nazionalizzeremo tutte le fabbriche, i fiumi, le risorse sotterranee e di superficie, le nostre coste, le banche; diventeranno proprietà della società. Ce ne andremo dalle istituzioni imperialiste, i soldati stranieri se ne andranno. Gli affari religiosi saranno separati dalla politica.» Anche il primo sindaco comunista della storia della Turchia, Fatih Mehmet Maçoğlu, è intervenuto affermando che «stiamo inviando un messaggio di solidarietà a tutti i popoli del mondo per la lotta verso un mondo in cui gli oppressi e i lavoratori salgono al potere, non la minoranza. La povertà aumenta, lo sfruttamento si intensifica. Ora è il momento del socialismo contro coloro che sfruttano il nostro lavoro. È il momento! Il socialismo vincerà, gli oppressi vinceranno, vinceremo noi!» - PCTE: No all’aumento delle tariffe
Il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) ha lanciato una mobilitazione per il mese di settembre contro l’aumento delle tariffe dell’energia elettrica che hanno raggiunto il massimo storico, e in generale il carovita. «Il Governo non è in grado di affrontare i gravi problemi derivati dalle consecutive crisi economiche e ciò che ci offre in cambio non sono altro che briciole che non impediranno il nostro continuo impoverimento e il peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro. Paghiamo di più per la luce, paghiamo di più per il cibo, paghiamo di più per il combustibile, vogliono che paghiamo per le autostrade, vogliono posticipare l’età pensionabile e, tutto ciò, mentre continuano a finanziare le imprese che fanno contratti spazzatura e mentre, solo nel secondo trimestre di quest’anno, i lavoratori di questo paese hanno lavorato quasi 3 milioni di ore extra che non sono state pagate. Questo modello economico e sociale, indipendentemente da chi Governa, è insostenibile. Bisogna rispondere ora e bisogna farlo proponendo un’alternativa che anteponga gli interessi della maggioranza lavoratrice agli interessi delle grandi imprese.» - Campagna contro il carovita del PCRF: impennata del prezzo del gas
Anche in Francia i comunisti, nell’ambito della campagna “accusiamo il capitalismo”, sono impegnati nel denunciare il carovita e in particolare contro il continuo aumento del prezzo del gas. Nel comunicato del PCRF si afferma che «come per altre materie prime, l’energia rimane una delle principali fonti di surplus di profitto per i monopoli. Dopo ogni crisi o picco di crisi, la ripresa economica può essere percepita appena come tale dalla massa dei lavoratori, mentre si sente benissimo l’aumento della domanda che ne deriva, a causa della maggiore speculazione, del parassitismo e della competizione tra i monopoli e gli stati imperialisti che continuano spediti sulla rotta del massimo profitto. […] Come abbiamo detto a marzo, i lavoratori stanno soffrendo la crisi sia nel senso dell’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, compresa l’energia, e sia della deflazione salariale. […] Il capitalismo nella sua fase finale, l’imperialismo, richiede ai paesi di privatizzare interi settori dell’economia e dei servizi, compresa l’energia, e in virtù delle loro posizioni i monopoli fissano i prezzi al consumo perseguendo la loro legge del massimo profitto. Abbiamo così ancora una volta la dimostrazione che questo sistema fondato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio, di concorrenza sfrenata tra monopoli e tra Stati imperialisti, è intrinsecamente incapace di soddisfare i bisogni sociali fondamentali delle popolazioni, e lo Stato che vi è subordinato, risulta incapace di tutelare i lavoratori e gli strati popolari. […] I lavoratori nella loro lotta per una politica energetica alternativa, devono promuovere la parola d’ordine di “un polo per il servizio pubblico dell’energia” e quella del “controllo centralizzato e democratico dei lavoratori” attraverso l’uso progressivo e flessibile, senza interruzioni e al minor costo del gas e dell’elettricità, preservando gli ecosistemi. Il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo e la rottura dello Stato borghese da parte dei lavoratori, seguita dalla costruzione del socialismo-comunismo, una società fondata sulla socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio e la loro gestione democratica da parte degli stessi lavoratori, diventa necessaria per l’applicazione qualitativa e reale di tale politica alternativa.» - KKE: In migliaia alla manifestazione contro il nuovo accordo Grecia-USA
Dopo la manifestazione sindacale dell’11 settembre in occasione della 85° Fiera Internazionale di Salonicco che ha denunciato le politiche antioperaie e antipopolari del governo a favore dei gruppi imprenditoriali e il carovita, una nuova manifestazione di massa si è tenuta ad Atene il 17 settembre in occasione del Conferenza del Comitato Militare della NATO. Migliaia di persone hanno marciato verso l’Ambasciata USA per denunciare «gli interventi e le guerre imperialiste che sradicano migliaia di persone dalle loro terre d’origine, così come la politica anti-immigrazione che trasforma il Mediterraneo in un “mare di morti” e le esorbitanti spese per gli equipaggiamenti NATO che massacrano i popoli.» In particolare, nel mirino della manifestazione il «nuovo accordo Grecia-USA sulle basi militari e la pericolosa politica complessiva che coinvolge sempre di più la Grecia nei piani imperialisti. Il nostro popolo non sottoscrive gli accordi della borghesia! Abbasso le basi di morte!» - FSM: Il 3/10 giornata internazionale per una vita dignitosa per i lavoratori e i popoli
In occasione del 76° anniversario della fondazione della Federazione Sindacale Mondiale (FSM), il 3 ottobre, viene lanciata una giornata internazionale d’azione dei sindacati con orientamento di classe affiliati che quest’anno ha come tema: “per una vita dignitosa per i lavoratori e i popoli del mondo”. L’appello-manifesto racchiude una serie di rivendicazioni quali sanità pubblica e gratuita per tutti, con l’abolizione completa dei brevetti sanitari; il miglioramento del tenore di vita dei lavoratori e pensionati con aumenti salariali e delle pensioni contro le nuove misure antioperaie e il carovita; la difesa delle libertà sindacali e democratiche di fronte alla crescenti limitazioni con il pretesto del contenimento della pandemia, la repressione delle lotte e gli attacchi al diritto di sciopero, di manifestazione e organizzazione; l’eliminazione del razzismo e della discriminazione, per l’unità dei lavoratori nella comune lotta contro la xenofobia, il razzismo, le guerre imperialiste e lo sfruttamento capitalistico; la protezione dell’ambiente; la solidarietà e l’internazionalismo dei lavoratori che sono una potente arma per rafforzare le lotte; il diritto dei popoli a decidere da soli del proprio presente e futuro.