VITA POLITICA INTERNAZIONALE – VENTESIMO NUMERO
Questo numero della rassegna dedicata al Movimento comunista internazionale si apre con le valutazioni del Partito Comunista di Grecia (KKE) sulle principali questioni ideologico-politiche emerse nel recente incontro internazionale dei partiti comunisti e operai, di cui proponiamo anche gli interventi del PC del Venezuela (PCV) e del PC dei Lavoratori di Spagna (PCTE). Proseguiamo poi con un contributo sull’approccio comunista alla questione ambientale da parte del PC del Messico (PCM). Infine, la dichiarazione congiunta dei partiti comunisti e operai sugli eventi in Kazakistan.
Articolo della Sezione Relazioni Internazionali del CC del KKE sulla recente teleconferenza internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, in cui evidenzia le cruciali questioni ideologico-politiche dibattute in esso e le divergenze esistenti nel Movimento Comunista Internazionale. In particolare, queste si concentrano sulla questione della partecipazione ai governi borghesi, la confusione sulla nozione di imperialismo e la natura della Cina e la lotta per la supremazia nel sistema imperialista, la cooperazione con le forze borghesi e il tema dell’unità. Il KKE conclude che è necessario proseguire il più ampio e aperto «confronto ideologico-politico, per chiarire le questioni», senza «scambio di epiteti tra i partiti» ma che sia «una discussione sostanziale. Cerchiamo anche azioni comuni e convergenti quando sono fattibili e in particolare lo sviluppo della solidarietà internazionalista». Infine, afferma la necessità di continuare a rafforzare le forme più avanzate di coordinamento come l’Iniziativa comunista europea e la Rivista comunista internazionale, per la «formazione di un polo comunista che lotti per il raggruppamento rivoluzionario e l’unità del movimento comunista, dotato della nostra visione del mondo, il marxismo-leninismo».
Nel suo intervento alla teleconferenza dell’Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, il PCV analizza la situazione internazionale caratterizzata dalla profonda crisi del sistema capitalista mondiale nel cui contesto la pandemia ha fatto da catalizzatore, che ha intensificato l’attacco ai lavoratori mentre ingenti risorse finanziarie vengono destinate dai governi al capitale privato e allo stesso tempo ha inasprito le tensioni internazionali nel contesto della sfida per l’egemonia globale. Riferendosi infine sulla lotta di classe in Venezuela, il PCV ha evidenziato la decisa svolta a destra nelle politiche del governo Maduro, contraddistinta dal patto con l’opposizione per una ristrutturazione economica di tipo liberista in cui si procede alla rapida cancellazione delle conquiste politiche e sociali ottenute dal popolo e dai lavoratori. «L’involuzione liberista del governo del Venezuela è evidenziata inoltre dall’aumento dell’azione repressiva dello Stato contro le lotte operaie e contadine che si oppongono all’applicazione della ristrutturazione economica. Le lotte popolari, contadine, delle lavoratrici e dei lavoratori vengono criminalizzate e represse sul piano giudiziario, al punto che le detenzioni illegali di lavoratori e militanti contadini sono in aumento», afferma il PCV che denuncia, inoltre, gli attacchi anticomunisti che sta ricevendo da parte del governo, chiamando il Movimento comunista internazionale a pronunciarsi su ciò che sta accadendo in Venezuela.
Intervento del PCTE all’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai in teleconferenza. I comunisti spagnoli analizzano il carattere della crisi capitalista a cui la pandemia ha fatto da catalizzatore, la natura antioperaia dei piani dell’UE per affrontare la crisi e la crescente competizione internazionale. «Stiamo lavorando per chiarire che il problema è il capitalismo, che il problema è la proprietà privata dei mezzi di produzione, che il problema è la mancata pianificazione dell’economia, che il problema è la ricerca incessante della redditività del capitale. Ci dicono che non c’è alternativa, ma non è vero. L’alternativa è il socialismo, che, lungi dal costituire un sogno utopistico, nasce dalla classe operaia, ogni giorno più numerosa e che ogni giorno si alza per far funzionare ogni ingranaggio della nostra società. […] la situazione internazionale è complessa, le contraddizioni inter-imperialiste si intensificano, e questo impone ai partiti comunisti e operai di non avere esitazioni quando è il momento di analizzare politicamente, ideologicamente e in modo rigoroso gli sviluppi illustrati durante questo incontro. In tal modo saremo in grado di trarre le conclusioni per la nostra attività concreta, che definiscano la strategia unitaria di cui la classe operaia internazionale ha bisogno, conferendo al nostro lavoro un maggiore livello di coordinamento.»
Articolo sul giornale El Machete del Partito Comunista del Messico (PCM) che affronta la questione ambientale con un approccio comunista, di classe e scientifico, in cui si espone come la distruzione dell’ambiente sia conseguenza del modo di produzione capitalistico e la soluzione possa esser perseguita soltanto nella lotta rivoluzionaria per la costruzione del socialismo. «Sotto il socialismo, la scienza e la tecnologia diventano lo strumento che permette lo sviluppo di tutte le persone senza danneggiare gli ecosistemi. Grazie a questo, diventa una possibilità reale quella di dirigere la produzione secondo i cicli di rigenerazione delle risorse naturali, che possono essere accelerati con questi stessi strumenti a beneficio della popolazione e non di qualche monopolio, purché non ci siano effetti negativi sulla società o sull’ambiente. La salvaguardia dell’ambiente e l’armonia tra la società e l’ambiente sono qualità inerenti e necessarie del modo di produzione socialista-comunista.»
Oltre 30 partiti comunisti e operai sottoscrivono una dichiarazione congiunta sulla preziosa esperienza della lotta operaia in Kazakistan. I partiti comunisti firmatari esprimono la solidarietà con la giusta lotta della classe operaia kazaka e le sue rivendicazioni economiche e politiche contro le conseguenze della restaurazione capitalista e, nell’evidenziare il carattere operaio e popolare della rivolta, denunciano anche la strumentalizzazione delle forze borghesi. La dichiarazione esprime una ferma condanna dell’intervento militare sottolineando che «la presenza delle forze della CSTO ha facilitato la repressione delle rivolte popolari da parte dello stato borghese. Tutti gli sviluppi degli eventi mostrano il carattere di classe delle alleanze interstatali che, come l’UE e la NATO, sono costruite sul terreno del capitalismo e hanno come compito principale la conservazione del potere della borghesia in ogni paese e in tutta l’alleanza al fine di perpetuare lo sfruttamento di classe dei lavoratori.» In merito invece alla questione degli sforzi di forze imperialiste di utilizzare le rivolte operaie nel proprio interesse, si afferma che questi interventi si possono neutralizzare solo «difendendo la lotta indipendente della classe operaia, rifiutando ogni legame politico, ideologico e organizzativo con qualsiasi potenza regionale o internazionale. Il movimento comunista internazionale non può avere amici all’interno del mondo imperialista e non può rimandare la lotta di classe usando come pretesto gli equilibri di potere internazionali. D’altra parte, è dovere del movimento comunista difendere la protesta sociale contro i piani dei governi borghesi e le contraddizioni interne alla borghesia, mantenendo la vigilanza su questa questione.» In conclusione, «gli eventi in Kazakistan sottolineano la necessità di un partito comunista forte in ogni paese, armato di un programma rivoluzionario e con forti legami con la classe operaia, in grado di unire e mobilitare le forze operaie e popolari contro il capitalismo e i monopoli, in modo che la lotta popolare possa diventare efficace e illuminare la via verso il socialismo, unica alternativa alla barbarie capitalista».