Questo nuovo numero della nostra rassegna realizzata in collaborazione col Centro di Cultura e Documentazione Popolare (resistenze.org) si apre ancora sul tema del riarmo europeo, tracciando con l’articolo del PC di Svezia un inquietante parallelo con la situazione precedente alla Prima Guerra Mondiale. Segue l’articolo dei compagni francesi in cui si fa il punto della situazione sull’odierno conflitto interimperialista, come il tema della presidenza Trump, lo scontro con la Cina e il massacro a Gaza. Per quanto riguarda la mobilitazione popolare antigovernativa in Turchia ospitiamo la dichiarazione del TKP, in prima linea nei cortei (e purtroppo anche nel subire la repressione, come abbiamo raccontato qui) che sottolinea come questi processi, se lasciati a sé stessi, portano il rischio di essere cooptati all’interno della dinamica di trattativa tra governo e opposizione borghese: compito del Partito Comunista è dare la prospettiva di classe.
Proseguiamo con la macabra scoperta dell’ennesima fossa comune in Messico, legata al tema delle sparizioni, del narcotraffico e della connivenza di quest’ultimo con lo Stato. I compagni del PC del Messico sottolineano questo fatto importante, rilevante anche per l’Italia dove sono presenti diverse grandi organizzazioni legate alla droga: i narcos sono integrati nell’economia capitalistica, che ha dato loro la possibilità di esistere e ne trae beneficio.
Verso la chiusura con un articolo di approfondimento dai compagni della gioventù bolscevica di Russia sul ruolo della Cina nella disputa mondiale all’interno del sistema capitalista per il controllo delle risorse naturali e rotte commerciali, qui in particolare il focus è nella regione del Medio Oriente.
Infine, il PC dei Lavoratori di Spagna affronta un tema di attualità tecnologica (l’intelligenza artificiale) commentando lo scossone, verso il settore e verso i mercati, provocato dall’arrivo della tecnologia cinese di DeepSeek.
- Partito Comunista di Svezia (SKP): Ora concedono i crediti di guerra
Partiamo dal contributo dei compagni svedesi che denuncia il clima bellicista crescente in Europa, paragonandolo alla situazione che precedette la Prima Guerra Mondiale. Allora come oggi, si alimenta un nazionalismo mascherato da “unità europea”, volto a legittimare il riarmo e il conflitto tra potenze capitaliste in crisi. I media promuovono una sorta di “antiamericanismo” della “classe media” verso gli Stati Uniti, con lo scopo dell’autosufficienza economica e strategica: la manipolazione ideologica serve per garantire le spalle coperte per il capitale europeo nella competizione con i concorrenti internazionali. La presa in giro del popolo va rifiutata, così come i “crediti di guerra” moderni e va costruita una resistenza contro il sistema capitalistico che spinge verso nuove guerre.
- Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF): No alle guerre degli imperialisti! Sì alle lotte popolari!
Proseguiamo con l’articolo del PC Rivoluzionario di Francia che analizza la fase attuale del capitalismo imperialista, segnata da guerra commerciale, conflitti inter-imperialisti e militarizzazione crescente. Denuncia le false dicotomie tra “blocchi” opposti (come quello occidentale e quello russo-cinese), evidenziando come siano in realtà guidati dagli stessi interessi, quelli dei monopoli. Si affronta il tema del ritorno di Trump, le cui politiche pur inizialmente pro-USA, finiranno per rafforzare le contraddizioni interne all’imperialismo. Si cita il ruolo di Cina e USA nella corsa al dominio globale, la ripresa dei massacri a Gaza e la politica militarista di Macron. Infine si menzionano anche le posizioni fuorvianti nel movimento comunista internazionale su questa situazione, ad esempio quella della “Piattaforma Mondiale Antimperialista”. La conclusione è chiara: le tensioni geopolitiche sono espressione delle dinamiche economiche che le plasmano. In una situazione di conflitti come questa, l’unica via d’uscita è rappresentata dalla mobilitazione popolare internazionalista.
- Partito Comunista di Turchia (TKP): Non ci inginocchiamo di fronte al Governo
L’articolo del TKP analizza le recenti mobilitazioni popolari contro le politiche autoritarie del governo, sottolineando la crescente partecipazione sociale, specie di studenti e lavoratori. Denuncia però i limiti di una mobilitazione che rischia di essere basata su emozioni e slogan, priva di prospettiva di classe e con illusioni sul “capitale buono” rispetto a quello “cattivo”, capace quindi di essere capitalizzata in termini di consenso per il CHP (principale partito di opposizione) nel quadro di un accordo col governo. Il TKP invita a trasformare la resistenza in lotta organizzata contro il sistema capitalistico e imperialista, ponendo al centro le contraddizioni di classe. Riafferma il proprio impegno rivoluzionario e socialista, dichiara con forza: non ci inginocchieremo davanti al governo, ma solo in omaggio ai patrioti e ai lavoratori caduti.
- Partito Comunista del Messico (PCM): Teuchitlán è la prova che il Paese è una fossa comune. Sta solo al popolo, con le sue mani, porre fine alla barbarie
I compagni messicani denunciano la scoperta di resti umani a Teuchitlán come simbolo dell’orrore sistemico in Messico, dove Stato e criminalità organizzata agiscono in stretta connivenza. Le sparizioni forzate, oltre 111.000, sono effetto diretto del capitalismo e della militarizzazione, intensificata da tutti i governi, inclusi quelli socialdemocratici di López Obrador e ora di Sheinbaum. I gruppi di ricerca popolari, non lo Stato, portano avanti le ricerche, sfidando minacce e silenzi istituzionali, mentre i cartelli della droga agiscono come forze paramilitari sostanzialmente al servizio dei monopoli e integrati nell’economia capitalistica. L’attuale barbarie trae le sue origini nel capitalismo, che crea il narcotraffico e ne beneficia: compito del popolo è porre fine a questo sistema criminale.
- Unione Comunista Rivoluzionaria della Gioventù (bolscevica) (RKSM(b)): Gli interessi del capitale cinese in Medio Oriente
La “Belt and Road Initiative” rappresenta la strategia globale della Cina per espandere la propria influenza economica e politica: nell’articolo dei compagni russi si analizza l’impatto degli interessi cinesi in particolare nel Medio Oriente. Al netto della propaganda ufficiale, che parla di cooperazione vantaggiosa, il progetto serve in realtà a garantire accesso a risorse strategiche e vie commerciali. In Paesi ricchi, come Arabia Saudita e Emirati, la Cina investe in infrastrutture e lusso; nei più poveri, come Libano e Siria, fornisce armi. La mediazione tra Iran e Arabia Saudita ha rafforzato il ruolo cinese come “costruttore di pace”, mentre nuovi scontri geopolitici emergono attorno al gasdotto Qatar-Turchia. Inoltre, il genocidio in Palestina non impedisce la cooperazione Cina-Israele, con investimenti soprattutto nel settore dell’alta tecnologia. Il tutto segna uno scontro crescente per l’influenza nella regione che vede la RPC contrapposta agli USA: si prospettano nuovi conflitti, mentre quelli vecchi si riaccendono nuovamente.
- Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE): Deep Seek, un’IA per intensificare lo scontro tra Cina e Stati Uniti
Per concludere, un argomento relativo alla tecnologia trattato dai compagni del PCTE ma, come spesso accade in questa fase storica, inseparabile dal tema più grande dello scontro internazionale tra monopoli. DeepSeek, un’azienda cinese di intelligenza artificiale, ha scosso il mercato lanciando un prodotto che offre prestazioni simili a quelle dei concorrenti americani a un costo di 100 volte inferiore. Il modello, disponibile gratuitamente, mette in discussione la supremazia degli Stati Uniti nell’IA e sfida il concetto consolidato che dà l’IA fortemente dipendente dalle schede grafiche potenti come quelle prodotte da NVIDIA. Questo successo della Cina dimostra la sua capacità di innovare tecnologicamente anche in questi settori di avanguardia. La strategia degli Stati Uniti, che cercava di limitare l’accesso della Cina a risorse come le schede grafiche, non ha avuto successo, e la concorrenza gratuita minaccia i guadagni delle aziende americane. Il rafforzamento della crisi di egemonia, anche tecnologica, degli USA si riflette anche in cambiamenti culturali nell’immagine tradizionalmente “hippie” della Silicon Valley, oggi invece rappresentata dai tech bros di destra come Elon Musk.