Le misure del governo e i costi della seconda ondata
In Italia, nel mese di ottobre scorso, come già accaduto all’insorgere della pandemia di COVID-19, abbiamo assistito a un proliferare di leggi emanate dagli organi che esercitano il potere esecutivo, in primis Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) e a seguire ordinanze ministeriali e regionali, normative che avrebbero avuto lo scopo di contenere l’espandersi della pandemia (1) e l’obiettivo di contenere l’esplosione dei conflitti economico-sociali ad essa conseguenti.
Le azioni poste in essere dall’esecutivo hanno preso due direzioni distinte. Da un lato, l’emanazione di disposizioni cogenti per il contenimento dei contagi che però non hanno tenuto conto dei fattori realmente scatenanti dell’espandersi del virus; dall’altro, disposizioni che hanno scaricato sui singoli la responsabilità della diffusione della malattia: non si è voluto ammettere che i trasporti pubblici continuavano e continuano a essere uno dei principali veicoli di trasmissione del virus, ad esempio. Il Governo non ha preso nessuna misura per favorire il potenziamento del servizio di trasporto pubblico dove si sono concentrati studenti e lavoratori, accusati invece di ammassarsi nei bar di quartiere, durante il tempo libero. In questo contesto gli studenti sono stati costretti a usufruire di una didattica a distanza che fa acqua da tutte le parti e i lavoratori a continuare a recarsi al lavoro, sfruttati in spregio delle più normali misure di sicurezza. L’esecutivo non spende letteralmente una lira né una parola, se non rimandando al protocollo siglato con le parti sociali del 20 marzo 2020 in merito alla gestione dei trasporti stessi, mentre la ministra dei trasporti De Micheli sostiene la necessità dell’invarianza della capienza dei mezzi di trasporto fino all’80%. Affermazioni che fanno a pugni con le semplici regole del buon senso(2)(3).
Si dirà che è comprensibile che in tempi di emergenza sanitaria si concentri in un’unica cabina di regia la gestione delle urgenze. Assistiamo però in queste ore a un continuo rimpallo di responsabilità tra governo ed enti territoriali, a cui è demandata la competenza nella emanazione delle ordinanze di contrasto alla pandemia da COVID-19.
Nel frattempo, dapprima si è parlato di scaglionare gli ingressi nelle scuole e nelle università, poi di applicare la didattica a distanza con l’estensione a cluster di studenti via via più numerosi, evitando accuratamente misure a favore dell’edilizia scolastica, mentre è demandata alle singole regioni la fattibilità della chiusura forzata delle scuole. Così la narrazione a cui siamo sottoposti è incentrata sulle discussioni fra il governo e le polemiche o manie di protagonismo di governatori regionali e sindaci, asserviti di volta in volta agli interessi delle associazioni imprenditoriali locali, o soggiogati dalla brama di visibilità mediatica, che la pandemia favorisce come la più ghiotta delle occasioni. Un dibattito mediatico polarizzato sugli aspetti appena citati ha permesso di mettere in secondo piano l’elemento contraddittorio delle misure prese a tutti i livelli istituzionali: la dicotomia tra diritto allo studio e diritto alla salute per gli studenti e tra diritto alla salute dei lavoratori e volontà di massimizzare i profitti da parte dei padroni.
Sotto la lente di questa dicotomia si possono leggere le misure emanate dal Governo nel tentativo di tenere il più possibile latenti le contraddizioni e con l’obiettivo del sostegno alla pace sociale, misure che, a ben guardare, garantiscono gli interessi della classe imprenditoriale. Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ad una manovra di 40 miliardi di euro varata con specifico DL che rimanda al 2021 la riscossione delle cartelle esattoriali, con la sospensione degli accertamenti esecutivi, dei pignoramenti degli stipendi e delle pensioni e prevede lo slittamento dell’invio di nuove cartelle esattoriali al nuovo anno, manovra che invece gli enti di riscossione territoriali erano pronti a mettere in atto fino a ieri(4). Per il 2021 sono previste assunzioni di medici e infermieri, fino alla concorrenza di 30.000 persone, ma solo a tempo determinato – ci mancherebbe –. Viene poi introdotto un fondo di 400 milioni l’anno per l’acquisto di vaccini per gli anni 2021 e 2022.
Si attendevano altre disposizioni governative che avrebbero dovuto correggere le precedenti manovre in quei punti che apparivano più critici e sui quali si sono scatenati in questi giorni gli organi di informazione nazionale, che solitamente fanno da cassa di risonanza ai provvedimenti governativi, fingendo di rilevarne gli aspetti di novità e rinfocolando invece in maniera acritica le polemiche sull’opportunità e la bontà.
Volendo svolgere una disamina più approfondita delle azioni di governo messe in atto negli ultimi mesi, si devono prendere in esame manovre di più ampio respiro e si deve considerare il Documento Programmatico di Bilancio, che da Regolamento UE n. 473/2013 viene trasmesso entro ogni 15 ottobre alla Commissione Europea e all’Eurogruppo.
Il documento recante il bilancio di previsione dello stato per l’anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il 2021-2023 è stato inviato il 18 ottobre scorso alla Commissione Europea e reca disposizioni a sostegno del personale medico e infermieristico, ma che si limitano comunque a una gestione dell’emergenza, prevedendo l’assunzione di 30.000 persone tra medici e infermieri ma solo a tempo determinato. Vengono inoltre finanziate ulteriori settimane di CIG per le imprese che avessero registrato delle perdite.
Per comprendere il taglio di queste misure, basti pensare che i costi della CIG ricadono sulla fiscalità la cui grandissima parte è derivante dalla tassazione sui lavoratori. Così le iniziative attuate e da attuare sono in sostanza disposizioni atte a favorire la classe imprenditoriale. Anche quelle risorse che non vengono direttamente destinate alle imprese tramite, ad esempio, finanziamenti o garanzie per accesso al credito fungono da lubrificante negli ingranaggi della ricerca del profitto in quanto finiscono per essere un sostegno alla domanda e al potere d’acquisto di ampi strati popolari finanziato con risorse che vengono proprio dai lavoratori e non dalle imprese(5).
Nel documento citato le misure sull’incremento dei fondi per il trasporto pubblico non vengono espresse in maniera dettagliata. Mentre per l’edilizia scolastica, diritto allo studio e università vengono stanziate briciole, se paragonate alle spese militari a cui si farà cenno di seguito. Il documento programmatico pluriennale per la difesa anni 2020-2022 è stato recentemente approvato e, oltre a specificare disposizioni sull’acquisto di materiale bellico, definisce tra gli altri la proroga delle missioni italiane all’estero. Nell’allegato “C” al documento viene riportato l’indice delle missioni internazionali rifinanziate, comprensivo di 49 schede più 5 schede di nuovo avvio. Rimandiamo alla lettura del documento per comprenderne meglio il dettaglio. Impiegare in questo modo quei finanziamenti invece che destinarli ad altri settori come, ad esempio, l’edilizia scolastica è una precisa scelta politica che restituisce il carattere antipopolare delle scelte governative (6)(7).
Inoltre, in questi ultimi mesi abbiamo potuto constatare che l’evoluzione della pandemia non soggiace a statistiche attendibili, elemento che avrebbe dovuto determinare un programma di prevenzione nel contempo verticalizzato sui singoli settori pubblici e privati e ad ampio raggio di azione (settori del lavoro, sociali, del trasporto, sanitari). Invece, anche gettando uno sguardo ad altri paesi d’Europa, gli attuali governi in carica hanno dimostrato di non aver saputo né voluto effettuare una pianificazione degli interventi, che tenesse nel debito conto la salute e la sicurezza della popolazione. Ne è dimostrazione la recrudescenza dei contagi, che sta riempiendo le terapie intensive di tutti gli ospedali d’Europa.
Tornando rapidamente all’Italia, è interessante notare che la legislazione nazionale è ormai materia di quasi esclusivo dominio del potere esecutivo. Nonostante sia ben nota la separazione dei poteri prevista dalla Costituzione, pure essa di emanazione borghese, il Parlamento è stato di fatto esautorato delle sue funzioni, quella legislativa in specie. La litania che abbiamo spesso sentito in questi anni sul rafforzamento degli esecutivi e sulla governabilità appare ora nel suo carattere di classe: governabilità è stabilità e sicurezza per i governi di fare ciò che serve a tutelare il capitale tanto più nei momenti di crisi anche a scapito, ad esempio, del contraddittorio fra forze, come quelle che siedono in Parlamento, del tutto conseguenti agli interessi dei borghesi.
Ricordiamo tutti quando Bonometti, il presidente di Confindustria Lombardia, a marzo di quest’anno elogiava l’idea di Conte di mantenere aperte le imprese. Ricordiamo tutti anche le camionette dell’esercito che sfilavano per le strade di Bergamo, polo industriale d’ eccellenza della Lombardia, cariche di bare contenenti i morti per Coronavirus(9). Nel frattempo il ministro per lo Sviluppo Economico Patuanelli aveva messo le mani avanti, escludendo la proroga allo stop dei licenziamenti al 31 dicembre 2020, tirando in ballo addirittura la Costituzione. Si sono agevolate le aziende che non hanno fatto ricorso alla CIG con esoneri contributivi. Altri aiuti alle imprese. A completare il quadro ci sono le imprese che finora hanno potuto aggirare l’ostacolo del divieto di licenziamento, adducendo ad esempio i motivi disciplinari, soprattutto nei confronti dei lavoratori più combattivi.
Passando, infine, all’applicazione del lavoro agile negli uffici pubblici e privati, salta subito agli occhi come conseguenza dello svuotamento degli uffici la situazione dei lavoratori impiegati nei servizi “no core” – pulizie, manutenzione degli stabili, degli impianti etc -, servizi che oramai da decenni sono stati esternalizzati delle aziende pubbliche e private. La situazione già complicata dagli appalti al ribasso, assegnati spesso attraverso bandi di gara opachi, che hanno consentito alle aziende appaltatrici nei casi migliori di applicare i minimi contrattuali ai lavoratori impiegati, si complica ancora in quanto si prevede che le aziende appaltanti richiederanno la rimodulazione dei contratti di servizio attraverso l’abbattimento del monte ore erogato con conseguenze facilmente immaginabili per i lavoratori.
In quest’emergenza, insomma, c’è sempre qualcuno che guadagna quando si consumano tragedie. E invece nessuna garanzia per i lavoratori, per gli studenti, per la continuità della didattica, né garanzie per lo sviluppo evolutivo dei più piccoli, per cui si rimanda la responsabilità dell’educazione e modulazione dei tempi e degli spazi alle sole famiglie già in difficoltà, nessuna garanzia di continuità nell’erogazione dei servizi sanitari. Ricordiamocene quando faranno appello al nostro senso di responsabilità, scaricando su di noi le colpe di una tragedia, di cui si paventa l’avvio di una seconda ondata.
di Daniela Giannini
FONTI
-
https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1203754.pdf?_1588279335853
-
https://lombardia.cisl.it/wp-content/uploads/2020/03/protocollo-integrativo-trasporti-.pdf
-
https://www.dire.it/15-10-2020/515997-trasporto-pubblico-locale-de-micheli-nelle-ore-di-punta-raramente-si-arriva-a-80-la-capienza-resta-invariata/
-
https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/legge-bilancio-cartelle-esattoriali-a04deeff-5669-4580-ae9f-c88eac459460.html?refresh_ce
-
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit–i/Contabilit_e_finanza_pubblica/DPB/2020/IT-DPB-2021.pdf
-
3) https://www.difesa.it/Content/Documents/DPP/DPP%202020-2022.pdf
-
https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Documento_Programmatico_Pluriennale_2020.aspx
-
http://regione.campania.it/regione/it/news/primo-piano/covid-19-misure-rigorose-contro-assembramenti-e-mobilit-incontrollata
-
https://www.industriaitaliana.it/covid-19- https://www.industriaitaliana.it/covid-19-bonometti-confindustria-lombardia-gratitudine-per-la-decisione-di-conte/
-
https://www.repubblica.it/economia/2020/10/15/news/patuanelli_cassa_integrazione_blocco_licenziamenti-270628386/