Alla vigilia di una nuova giornata di sciopero generale in Colombia, è stato assassinato in una imboscata il comandante Jesús Santrich, della direzione delle FARC-EP Segunda Marquetalia. La notizia è stata comunicata dalla stessa organizzazione armata che parla di una “imboscata eseguita dai comandi dell’esercito colombiano il 17 maggio, nella Serranía del Perijá, zona binazionale di frontiera, tra El Chalet e il villaggio Los Laureles, in territorio venezuelano”.
Nel comunicato si specifica che i “comandi colombiani” sono penetrati fino a questo luogo su “ordine diretto del presidente Ivan Duque”, attaccando la camionetta in cui viaggiava Santrich “con colpi di fucile e esplosioni di granate”. “Consumato il crimine – prosegue – gli assassini gli hanno mozzato il dito mignolo della mano sinistra” e successivamente, con un elicottero, sono stati rapidamente riportati in Colombia.
Seuxis Pausias Hernández Solarte, questo il suo vero nome, iniziò la sua militanza rivoluzionaria da giovane studente entrando nella Gioventù Comunista Colombiana divenendo un leader studentesco all’università. Nel novembre 1990, dopo l’assassinio da parte della polizia del suo caro amico e leader studentesco comunista Jesús Santrich, ne assunse il nome entrando in clandestinità e integrandosi al fronte 19 delle FARC-EP. Combattente comunista, scrittore, poeta e uno dei massimi teorici del Partito Comunista Clandestino Colombiano (PCCC), delle FARC-EP e del Movimento Bolivariano, è stato anche uno dei negoziatori degli accordi di pace dell’Avana traditi dallo stato borghese colombiano, dal governo reazionario di Duque, nonché dalla dirigenza opportunista di Timoschenko. In base agli accordi di pace divenne deputato della camera dei rappresentanti per pochi mesi nel 2019, dopo esser stato arrestato nel 2018 per un caso fabbricato dalla magistratura colombiana insieme alla DEA americana. Cieco dal 2011 a causa di una grave malattia degenerativa, fu rilasciato facendo perdere le sue tracce per ricomparire a fianco di Iván Márquez nell’agosto del 2019 annunciando la riorganizzazione della guerriglia da parte della dissidenza delle Farc. Proprio in questi giorni la magistratura colombiana aveva accordato la sua estradizione negli USA come fu per Simón Trinidad, imprigionato dal 2004 nel carcere di massima sicurezza di ADX Florence.
“Santrich è caduto libero; libero come voleva. Libero sognando una Nuova Colombia in pace completa, con giustizia sociale, democrazia, vita dignitosa per la sua gente, per i poveri della terra, gli esclusi e i discriminati, quella popolazione inerme che questi giorni è attaccata brutalmente dall’esercito e dalla polizia nelle strade (in queste ultime settimane sono almeno 50 i manifestanti uccisi, 1600 feriti e un migliaio gli arrestati, ndr) per ordine della mostruosa tirannia di Duque e Uribe”, ricordano le FARC-EP Segunda Marquetalia.
“La notizia della morte di Santrich non salverà l’arrogante tiranno Iván Duque dalla rabbia popolare scatenata. Al popolo colombiano mobilitato da 20 giorni in protesta permanente contro il malgoverno, chiediamo, in omaggio a Santrich, di non arretrare nella sua giusta lotta e di lanciarsi con tutte le sue forze per sconfiggere questo maledetto regime che ci sta spremendo fino al midollo. Vi invitiamo a continuare a combattere nelle strade fino a quando non avremo un nuovo governo del popolo e per il popolo, più umano, che pensi alla dignità delle persone e non solo ad aumentare i privilegi delle oligarchie, un governo senza corruzione o ladri dello Stato, come voleva il comandante caduto” è l’appello rivolto dalle FARC-EP Segunda Marquetalia al popolo colombiano che si appresta a scendere nuovamente in piazza per lo sciopero generale del 19 maggio, proseguendo la sollevazione contro le politiche e misure antipopolari e antioperaie a beneficio dell’oligarchia, contro il governo reazionario di Duque-Uribe, la repressione e l’autoritarismo dello stato borghese colombiano, alleato degli USA nei piani imperialisti nella regione.
Santrich continuerà nell’esempio immortale come Manuel Marulanda, Jacobo Arenas, Alfonso Cano, Raúl Reyes, Jorge Briceño, Iván Ríos e tanti altri combattenti che hanno armato il grido di ribellione che le masse proletarie e contadine sollevano dalle montagne e dalle strade per una Nuova Colombia, libera e socialista.