Gli eventi che si sviluppano a Cuba hanno avuto una grande eco nei media borghesi internazionali che stanno spingendo e diffondendo messaggi falsi e informazioni fuorvianti al fine di esaltare e amplificare le proteste avvenute in alcune città e screditare il governo cubano e il sistema socialista. Sui loro canali il messaggio è a senso unico contro la terribile “dittatura comunista” che “affama il popolo” che sarebbe ormai prossima alla sua fine. Ma c’è un’altra parte che non viene raccontata.
Nella giornata di domenica, 11 luglio, il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nonché primo segretario del Partito Comunista di Cuba (PCC) ha chiamato all’immediata mobilitazione operaia e popolare in difesa della Rivoluzione e delle sue conquiste: «L’ordine di combattimento è stato dato: i rivoluzionari nelle strade». Così in tutta l’Isola, rispondendo alla chiamata del PCC, in migliaia sono scesi nelle strade dando dimostrazione dello spirito rivoluzionario che anima le masse popolari cubane disposte a difendere le proprie conquiste contro i tentativi controrivoluzionari collegati ai piani imperialisti, ma anche di risolvere i problemi esistenti.
Manifestazione in difesa della Rivoluzione a Camagüey
Militanti e quadri del Partito Comunista di Cuba, dell’Unione della Gioventù Comunista di Cuba (UJC), della Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC), nonché i membri del governo, sono mobilitati per ascoltare e risolvere le problematiche collegate alla situazione pandemica, fin qui affrontata con eccellenti risultati, senza nasconderne la loro esistenza ma indicando chiaramente che la causa risiede nelle disumane condizioni imposte dal criminale Bloqueo degli USA.
«Hanno iniziato con intensificare una serie di misure restrittive, di inasprimento del blocco, di persecuzione finanziaria contro il settore energetico con l’obiettivo di soffocare la nostra economia. Questo avrebbe provocato l’agognata esplosione sociale di massa, che avrebbe gettato i semi per la possibilità, con tutta la campagna ideologica che è stata condotta, di chiedere un intervento umanitario che terminasse in un intervento militare e in ingerenze», spiega il presidente Díaz-Canel. Ricordando anche le misure aggiuntive e l’inserimento arbitrario e senza fondamento alcuno nella lista dei paesi “sponsor del terrorismo”, prosegue con l’evidenziare che «tutte queste restrizioni hanno fatto sì che il paese sia stato immediatamente tagliato fuori da diverse fonti di entrate in valuta estera come il turismo, i viaggi dei cubano-americani nel nostro paese e le rimesse. Tutta questa situazione ha causato una situazione di carenza nel paese, soprattutto di cibo, medicine, materie prime e forniture per poter sviluppare i nostri processi economici e produttivi che allo stesso tempo contribuiscono alle esportazioni. Due elementi importanti sono tagliati fuori: la capacità di esportare e la capacità di investire risorse. E i processi produttivi per sviluppare beni e servizi per la nostra popolazione. Abbiamo anche limitazioni nel carburante e nei pezzi di ricambio e tutto questo ha provocato un livello di insoddisfazione, insieme a problemi accumulati che non siamo stati in grado di risolvere».
Manifestanti sfilano davanti al Campidoglio all’Avana
Su questa situazione si è innestata la recrudescenza della pandemia che se in un primo periodo è stata ben controllata sul piano sanitario con risultati nettamente migliori (uno dei tassi di mortalità più bassi e di vaccinazione più alti al mondo, con la produzione di propri vaccini) rispetto ai paesi capitalisti, oggi, con l’esplosione di nuovi ceppi, sta comportando che «i casi si stanno verificando con una velocità e un’accumulazione che supera le capacità che siamo stati in grado di creare per assistere questi casi nelle istituzioni statali. D’altra parte, abbiamo dovuto aprire capacità in altri centri e aprendo più centri, ai quali dobbiamo anche dare una priorità energetica anche in mezzo a problemi energetici accumulati che ci hanno causato blackout, la quantità di circuiti che dobbiamo proteggere perché i pazienti Covid possano essere assistiti significa che più circuiti rimangono con la possibilità di fastidiosi blackout ma necessari, perché dobbiamo ristabilire le nostre capacità di generazione elettrica. Questo è successo nei giorni scorsi e ha causato irritazione, incomprensione, preoccupazione e disturbo alla popolazione. Siccome abbiamo più malati, c’è più consumo di medicine, e anche le nostre riserve di medicine si stanno esaurendo, le possibilità di acquistarle sono molto difficili.»
Rappresentanti del governo e lo stesso Presidente Díaz-Canel, si sono subito recati a San Antonio de los Baños, uno degli epicentri delle proteste, per dialogare con la gente del posto e raccogliere la loro insoddisfazione per la situazione contingente. «Quella massa di rivoluzionari ha affrontato i controrivoluzionari e abbiamo parlato con i rivoluzionari e con alcuni che forse non sono rivoluzionari ma che chiedevano argomentazioni. Poi abbiamo marciato e attraversato la città per dimostrare che a Cuba la strada appartiene ai rivoluzionari».
Il Presidente Diaz-Canel per le strade di San Antonio de los Baños
Le strade di Cuba sono dei rivoluzionari che affrontano in modo risoluto le provocazioni dei controrivoluzionari. «Convochiamo tutti i rivoluzionari del paese, tutti i comunisti a scendere nelle strade per difendere la Rivoluzione in tutti i luoghi in cui avvengano queste provocazioni, oggi e da ora e tutti questi giorni, affrontandole con decisione, con fermezza e con valore. Non cederemo la sovranità né l’indipendenza del popolo, la libertà di questa nazione. Devono passare sul nostro cadavere se vogliono seppellire la Rivoluzione», ha concluso il Presidente.
A sostegno di Cuba socialista e del suo popolo rivoluzionario, è stata immediata la mobilitazione anche a livello internazionale, come nel nostro paese. Un immediato presidio militante è stato realizzato a Roma a protezione dell’Ambasciata cubana da organizzazioni solidali che si contrapponevano ad un piccolo gruppo di provocatori. Un’altra importante convocazione è stata per il 15 luglio al Consolato cubano a Milano alle ore 15.
Presidio Ambasciata di Cuba a Roma, 13 luglio. Fonte: Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Diversi comunicati sono stati emessi dai partiti comunisti in tutto il mondo con attività immediate per mostrare la loro solidarietà con Cuba socialista e denunciare i piani imperialisti e le provocazioni controrivoluzionarie. Oltre 50 partiti comunisti e operai hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui «denunciano le provocazioni orchestrate e le azioni sovversive di gruppi controrivoluzionari a Cuba e all’estero, che cercano di creare un’immagine di destabilizzazione per giustificare l’intervento imperialista contro Cuba e il suo popolo, approfittando dei problemi generati dalla recrudescenza del criminale Bloqueo degli USA, acutizzato nel contesto della pandemia”. Nel condannare le politiche USA e dei suoi alleati, il Bloqueo e le altre misure coercitive arbitrarie e unilaterali, la dichiarazione riafferma la «piena solidarietà con il popolo, il Partito Comunista e il Governo cubani, contro qualsiasi attacco imperialista alla sovranità e ai diritti del popolo».
L’Iniziativa Comunista Europea, nel condannare e denunciare lo «sviluppo dell’intervento imperialista degli USA a Cuba”, chiarisce che si tratta di “una manipolazione cinica e criminale intervenire negli affari interni di Cuba, in un momento in cui il suo popolo sta affrontando la pandemia. Questo pericoloso sviluppo confuta e smentisce tutti coloro che hanno coltivato false aspettative per l’amministrazione Biden. Gli USA, responsabili di migliaia di morti e milioni di casi di Covid 19, ipocritamente fingono di essere preoccupati per il popolo cubano, mentre sono loro che da molti decenni hanno imposto l’embargo criminale contro il popolo cubano». L’ICE chiama ad intensificare l’attività di solidarietà.
Il Consiglio Mondiale per la Pace (WPC) esprime «seria preoccupazione per il recente piano imperialista ben orchestrato e finanziato per creare caos e disordini a Cuba, utilizzando come pretesto la grave scarsità di beni importati e altri beni di prima necessità, così come il taglio di elettricità, fatti che hanno in gran parte le sue profonde cause nei quasi sessant’anni di criminale blocco imposto dagli USA a Cuba. In particolare, durante l’ultimo periodo e in condizioni di pandemia sanitaria globale, a Cuba viene impedito, attraverso nuove e addizionali misure e sanzioni, l’acquisto di medicinali e materie prime necessarie per produrle, nonché forniture tecniche ospedaliere». Il WPC prosegue con il riconoscere le sofferenze del popolo cubano ma rifiuta le azioni di ingerenza che mirano al rovesciamento dell’attuale ordinamento politico, sociale ed economico. «Il popolo cubano sa fin troppo bene che gli imperialisti non hanno mai fermato la guerra contro il loro paese, indipendentemente dai metodi rotativi e dai cambiamenti dei residenti della Casa Bianca. Queste politiche criminali e disumane sono aiutate dai loro alleati imperialisti nell’Unione Europea e dai loro agenti all’interno di Cuba e in Florida, che oggi chiedono persino un aperto intervento con il pretesto umanitario come già visto anche in altri paesi prima. Denunciamo l’interesse cinico di quelle forze che prima causano la sofferenza con sanzioni politiche ed economiche e il blocco e poi, con la loro ipocrisia, mostrano preoccupazione per “il povero popolo cubano” a cui vogliono insegnare “democrazia e diritti umani”». Il WPC conclude con il denunciare i piani imperialisti, sottolineando che «Cuba ha dato molte lezioni di solidarietà e dignità dalla Rivoluzione nel 1959 in poi, ma in quest’ultimo periodo durante la pandemia di Covid-19, l’isola della Rivoluzione ha ancora una volta difeso con il suo disinteressato aiuto internazionalista ai popoli in necessità mentre sviluppa in condizioni estremamente difficili i propri vaccini molto rapidamente con l’impegno di aiutare anche i popoli poveri e oppressi del mondo. I successi di Cuba socialista costituiscono un esempio e fonte di ispirazione per i popoli dell’America Latina e del mondo».
La Federazione Sindacale Mondiale (FSM) nell’esprimere la solidarietà militante e internazionalista di 105 milioni di lavoratori in 133 paesi del mondo al popolo e ai lavoratori di Cuba, condanna «la recente provocazione orchestrata da elementi controrivoluzionari a Cuba, organizzati e finanziati dagli USA con scopi destabilizzanti». Il movimento sindacale di classe mondiale «supporta il popolo cubano nella loro lotta contro queste azioni» e chiede «la fine del criminale blocco che da 60 anni ha creato gravi problemi all’economia e alla vita del popolo cubano». Nel sottolineare che spetta al popolo cubano decidere del suo presente e del suo futuro senza interventi imperialisti, la FSM saluta «i lavoratori di Cuba, che durante la Pandemia hanno dimostrato la solidarietà e l’internazionalismo di un sistema che non tratta la salute e i bisogni del popolo come merce e che si oppone allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo».
Cuba socialista non è sola, i comunisti e i lavoratori coscienti in tutto il mondo sono al suo fianco consapevoli che la risoluzione dei problemi non passa dall’indebolire la costruzione del socialismo ma dal suo rafforzamento. La solidarietà e l’azione in difesa della Rivoluzione, del socialismo e delle sue conquiste a Cuba contro le diffamazioni, i piani e gli interventi imperialisti, sono parte integrante della lotta di classe in ogni paese e a livello internazionale.