La Rivista Comunista Internazionale rappresenta un progetto di collaborazione tra riviste teoriche e politiche afferenti a diversi partiti comunisti e operai, che si riconoscono in un approccio comune al socialismo scientifico. Basata su una Dichiarazione Fondativa del 2009, aggiornata nel 2023, il suo obiettivo è l’analisi di temi rilevanti per il movimento operaio e comunista, su tutti i fronti: dal tema della guerra, al lavoro dei comunisti nei conflitti sociali, all’analisi delle differenti fasi storiche del movimento rivoluzionario. Vi partecipano a vario titolo il Partito Comunista del Venezuela, il Partito Comunista di Grecia, il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, il Partito Comunista del Messico, l’Unione dei Comunisti dell’Ucraina, il Partito Comunista di Turchia, il Partito del Lavoro dell’Austria, il Movimento Socialista del Kazakistan, il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, il Partito Comunista di Svezia. Come si può vedere dalle organizzazioni coinvolte, in Europa il progetto è anche espressione dei partiti appartenenti all’Azione Comunista Europea, di cui abbiamo parlato qui.
Come Redazione de L’Ordine Nuovo, riteniamo importante diffondere in lingua italiana questi contributi, inquadrandoli all’interno della nostra più generale lotta per l’affermazione del socialismo scientifico all’interno del movimento operaio in Italia. Questo obiettivo va perseguito, a nostro avviso, con l’innalzamento del livello politico e teorico del dibattito, come antidoto allo sciovinismo, al pacifismo borghese e all’opportunismo di sinistra; fenomeni che, in questa fase storica dell’intensificazione dello scontro inter-imperialista, hanno la possibilità di rappresentare l’arma ideologica ad ampio spettro da parte della borghesia al potere per condurre i proletari all’arruolamento entusiasta nella futura guerra in preparazione. Non ci sembra che, mettendo in chiaro questo rischio in questo modo esplicito, stiamo esagerando: anche di fronte al recente anniversario degli eventi del 7 ottobre e dell’intensificarsi del genocidio in Palestina, ci sembra indispensabile contrastare l’impennata della miseria e della violenza di questa fase storica con la costruzione dell’organizzazione rivoluzionaria per eccellenza, il Partito Comunista, in ogni paese.
Dal momento che “senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario”, proprio con questo obiettivo diamo spazio al 13° numero della Rivista Comunista Internazionale, suddiviso in due parti.
La prima parte si concentra sul tema della guerra imperialista: viene discusso il rapporto tra questa realtà e il movimento comunista, sia a livello storico, sia nel dibattito teorico attuale, sia in base al rapporto che storicamente c’è stato tra la socialdemocrazia e la guerra. Per diversi paesi (Turchia, Austria e Paesi Bassi), poi, i PC propongono un’analisi del ruolo della borghesia del proprio paese nel conflitto in Ucraina.
Nella seconda parte si trova un’interessante analisi sulla natura della fase imperialista del capitalismo, che mira a fare chiarezza su uno degli argomenti più discussi e divisivi nel dibattito teorico. Viene analizzata poi la situazione della repressione dei comunisti in Venezuela e i potenziali focolai di nuovi conflitti nell’Asia centrale. Per finire, l’analisi del PC di Grecia sull’era dell’intelligenza artificiale: gli sviluppi tecnologici attuali, la loro non-neutralità di classe, il rapporto tra questi e l’intensificazione dello sfruttamento della classe operaia.
Qui di seguito si può leggere l’editoriale al 13° numero della Rivista, e al suo interno verso la fine si possono trovare i collegamenti a tutti gli articoli.
Buona lettura.
La Redazione de L’Ordine Nuovo
RCI 13 – Editoriale
Informazioni su di noi
La “Rivista Comunista Internazionale” è una forma di collaborazione tra riviste teoriche e politiche dei partiti comunisti e operai che lavorano in comune su diverse questioni teoriche e ideologiche, con l’obiettivo di contribuire alla diffusione e allo sviluppo della teoria marxista-leninista, attraverso l’analisi ideologica e la posizione politica sugli sviluppi contemporanei del capitalismo, nonché sui problemi della lotta di classe. Si basa su una Dichiarazione Fondativa che ne delinea i principi e gli obiettivi.
Editoriale
Caro lettore,
trascorso un po’ di tempo dalla pubblicazione dell’ultimo numero, è ora disponibile il 13° numero della Rivista Comunista Internazionale (RCI). Siamo in grado di riprendere la nostra attività dopo aver proceduto a una necessaria ricomposizione della rivista e aver risolto alcune questioni sorte in seguito allo scoppio della guerra imperialista in Ucraina, con l’acuirsi degli antagonismi inter-imperialistici, l’intervento di USA-NATO-UE in questa regione e l’inaccettabile intervento militare della Russia il 24 febbraio 2022. Ciò ha scatenato un intenso dibattito e l’inasprimento del confronto politico nelle file del movimento comunista internazionale e nelle file della nostra rivista. Pertanto, per il corretto funzionamento e la continuazione di questo sforzo, si è ritenuto necessario procedere a un ulteriore arricchimento della Dichiarazione Fondativa della “Rivista Comunista Internazionale”, su cui si basa la rivista. Dopo le necessarie consultazioni, alla fine dello scorso anno la Dichiarazione fondativa è stata aggiornata con nuovi elementi, tenendo conto degli attuali sviluppi internazionali, e recita come segue:
“La rivista deve esprimere una posizione ideologico-politica specifica e chiara, che difenda i principi del marxismo-leninismo, la necessità di una rivoluzione socialista e la costruzione della società comunista. L’impalcatura ideologica di questa rivista abbraccia i seguenti principi:
A) Lavorare con un rigoroso riferimento al marxismo-leninismo e all’internazionalismo proletario.
B) Accettare il ruolo guida della classe operaia nel processo rivoluzionario.
C) Difendere i principi leninisti del partito.
D) Lottare contro le istituzioni imperialiste internazionali e regionali, come la NATO, l’UE, il FMI, ecc. e contro le guerre imperialiste, come quella scoppiata in Ucraina nel 2022 tra USA-NATO-UE e Russia capitalista per il controllo dei mercati, delle materie prime e delle reti di trasporto del Paese. Ci rifiutiamo di sostenere qualsiasi parte in questo e in altri conflitti e guerre simili, senza diminuire in alcun modo la nostra determinazione a lottare contro l’imperialismo statunitense e la NATO. I nostri Partiti ritengono che l’imperialismo non possa essere ridotto alla pratica di una politica estera aggressiva, essendo invece lo stadio più reazionario e finale del capitalismo in cui prevalgono i monopoli.
E) Affrontare in modo amichevole, senza escludere la critica, le esperienze storiche del movimento comunista internazionale, a partire dalla Comune di Parigi seguita dalla Rivoluzione d’Ottobre, dalla Terza Internazionale e dall’esperienza socialista nell’URSS e in altri Paesi. Sottolineiamo che il socialismo è governato da principi e leggi scientifiche, ossia il potere operaio, la socializzazione dei mezzi di produzione e la pianificazione scientifica centrale. Il Partito Comunista, nelle condizioni particolari di volta in volta, si assume la responsabilità di educare ed equipaggiare la classe operaia per affrontare le difficoltà, i ritardi o le battute d’arresto temporanee nella costruzione della nuova società, adottando le misure necessarie per consolidare ed espandere i rapporti di produzione socialisti. Su questa base, vengono respinte posizioni come quella secondo cui il socialismo di mercato può essere costruito mantenendo le imprese e i meccanismi capitalistici, mantenendo il lavoro salariato da parte dei proprietari dei mezzi di produzione e della terra, trattando la forza lavoro come una merce e sfruttando il lavoro salariato da parte del capitale.
F) Lottare per il socialismo come unica alternativa al capitalismo, in modo rivoluzionario.
G) Rifiutare la partecipazione ai governi borghesi e la cooperazione e le alleanze coi partiti borghesi. Difendiamo l’indipendenza politica e ideologica della classe operaia.
H) Lottare contro le tendenze interne al movimento operaio come la socialdemocrazia, ogni tipo di opportunismo, riformismo, nazionalismo, cosmopolitismo e liberalismo.
I) Lottare contro il fascismo e le sue cause, contro il razzismo e la xenofobia, al fianco dei rifugiati e degli immigrati sradicati dalle guerre imperialiste e dalla povertà causata dal sistema capitalista. Rifiutiamo il falso ‘antifascismo’ e i vari ‘fronti antifascisti’ utilizzati dalle forze politiche borghesi e opportuniste per intrappolare le forze operaie e popolari nella gestione borghese, staccando il fascismo dal sistema capitalista che lo fa nascere e lo utilizza quando serve.”
Caro lettore,
il tema principale del 13° numero è incentrato sulla guerra imperialista, mentre per la prima volta viene inserita nella rivista una seconda sezione su questioni politiche e teoriche di attualità.
Alla stesura di questo numero hanno contribuito i rappresentanti dei PC della RCI (Partito Comunista del Venezuela, Partito Comunista di Grecia, Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, Partito Comunista del Messico, Unione dei Comunisti dell’Ucraina, Partito Comunista di Turchia), mentre i rappresentanti dei partiti (Partito del Lavoro dell’Austria, Movimento Socialista del Kazakistan, Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, Partito Comunista di Svezia) che hanno espresso un accordo generale con gli orientamenti della Dichiarazione di fondazione della RCI, sono stati invitati a contribuire alla stesura del presente numero.
Gli articoli della prima sezione, sulla guerra imperialista, sono i seguenti:
Un articolo del PC del Messico, Guerre imperialiste e i compiti dei comunisti, che analizza le diverse posizioni sulla guerra imperialista all’interno del Movimento Comunista Internazionale, nonché gli argomenti utilizzati da alcuni partiti per giustificare la guerra. Basandosi sulla teoria leninista dell’imperialismo e sulle alleanze imperialiste, nonché sulle lezioni storiche del movimento comunista, in particolare all’inizio del XX secolo nel contesto della Prima Guerra Mondiale, l’articolo cerca di esaminare le guerre attuali, in particolare la guerra in Ucraina. Infine, vengono delineati alcuni compiti fondamentali e sollevate questioni di strategia e tattica in relazione all’atteggiamento dei comunisti nei confronti della guerra imperialista e dei governi borghesi.
Un articolo del PC di Grecia, La giustificazione della guerra imperialista è usata per “gettare fumo negli occhi” dei popoli, presenta i pretesti più diffusi che prevalgono nel Movimento Comunista Internazionale per giustificare la guerra imperialista in Ucraina. Si cerca di svelare i pretesti utilizzati per oscurare il carattere imperialista della guerra, il carattere dei blocchi imperialisti in conflitto, nonché di contrastare ciò che viene detto sul carattere antinazista e antifascista dell’invasione russa. Le argomentazioni presentate nell’articolo rispondono da una prospettiva internazionalista e di classe e contribuiscono alla lotta ideologica.
Un articolo del PC dei Lavoratori di Spagna, L’atteggiamento della socialdemocrazia nei confronti della guerra imperialista, in cui si esamina lo sviluppo storico dell’atteggiamento della socialdemocrazia nei confronti della guerra imperialista, dall’inizio del XX secolo e della Prima Guerra Mondiale fino ai giorni nostri. Si fa riferimento anche alla trasformazione opportunista dei partiti comunisti e alla loro socialdemocratizzazione, come nel caso dei partiti del cosiddetto eurocomunismo. Vengono affrontate le questioni contemporanee del confronto e viene rivelato il ruolo sempre insidioso della socialdemocrazia nei momenti cruciali degli ultimi anni, come nel caso dei bombardamenti NATO sulla Jugoslavia, nel sostegno agli interventi militari dell’UE e della NATO, ecc.
Un articolo del PC di Turchia, La guerra in Ucraina e il ruolo della Turchia, in cui viene presentata un’analisi approfondita del ruolo della Turchia, in quanto potenza regionale con crescenti ambizioni imperialiste, nei vari conflitti militari in Europa orientale e in Medio Oriente. Vengono fornite informazioni sull’atteggiamento della borghesia turca nei confronti delle parti contrapposte nella guerra in Ucraina, nonché sugli accordi economici e di altro tipo e sulla dipendenza che essa ha sia dagli Stati Uniti che dall’UE e dalla Russia.
Un articolo del Partito del Lavoro dell’Austria, L’imperialismo austriaco e la guerra in Ucraina, esamina l’atteggiamento della borghesia austriaca nei confronti del conflitto in Ucraina e il suo tentativo di mantenere una posizione apparentemente neutrale cercando di concludere accordi economici con entrambe le parti, sia con i Paesi dell’UE e della NATO che con la Russia. Vengono fornite alcune indicazioni sulla lotta dei comunisti in Austria, affinché la classe operaia e il suo movimento possano intensificare la lotta contro le aspirazioni della borghesia.
Un articolo del Nuovo PC dei Paesi Bassi, La guerra imperialista alla luce degli sviluppi internazionali, che analizza le cause delle guerre imperialiste, utilizzando gli strumenti teorici della teoria marxista-leninista. Sulla base della definizione leninista di imperialismo e dell’analisi delle leggi di movimento del capitale nelle società capitalistiche, vengono esaminate le radici delle guerre imperialiste nella storia. Vengono analizzati il cambiamento dell’equilibrio internazionale delle forze nel sistema imperialista e l’acuirsi delle contraddizioni tra i blocchi imperialisti e come questo possa portare a una guerra imperialista generalizzata. Infine, viene presentata la posizione del capitale olandese, il suo ruolo nel sistema imperialista e l’atteggiamento del movimento operaio e dei comunisti olandesi nella lotta contro la guerra imperialista.
Gli articoli della seconda sezione, su questioni politiche e teoriche di attualità, sono i seguenti:
Un articolo del PC di Svezia, Sull’imperialismo e l’attuale situazione mondiale, che analizza la questione del sistema imperialista internazionale, sullo sfondo della falsa divisione degli Stati in “imperialisti” e “capitalisti”, utilizzando la definizione leninista dell’imperialismo. Viene presentato lo sviluppo dell’imperialismo come sistema e non come una politica estera aggressiva valutata come una questione a parte. Viene affrontata la posizione di ogni Stato capitalista nella piramide imperialista e i fattori che ne determinano il potere.
Un articolo del PC di Grecia, Intelligenza Artificiale: A favore dei profitti del capitale o dei bisogni del popolo?, che cerca di esaminare i moderni sviluppi tecnologici utilizzando i concetti e le categorie della teoria marxista. L’articolo esamina l’Intelligenza Artificiale e il suo legame con l’aumento del grado di sfruttamento della classe operaia. L’articolo analizza come le nuove tecnologie vengono sviluppate e utilizzate dal capitale per la sua sempre maggiore redditività, ma anche i criteri con cui le stesse tecnologie possono essere utilizzate nel socialismo.
Un articolo del PC del Venezuela, La svolta reazionaria del governo del PSUV e gli attacchi contro la classe operaia e il Partito Comunista del Venezuela, che, concentrandosi sull’attacco al PC del Venezuela da parte del partito socialdemocratico al governo PSUV, esamina lo sviluppo della socialdemocrazia in Venezuela negli ultimi 25 anni. Documenta il carattere borghese del cosiddetto “progressismo” del governo venezuelano ed esamina lo sviluppo dell’atteggiamento del PC venezuelano nei confronti del partito al governo, culminando nella lotta del PC venezuelano contro le scelte antioperaie e antipopolari del governo socialdemocratico e nella violenta persecuzione anticomunista cui è sottoposto a causa di questo atteggiamento.
Un articolo del MS del Kazakistan, L’Asia Centrale come nuovo potenziale focolaio di conflitti e guerre, esamina la situazione nei Paesi dell’Asia centrale dopo la restaurazione del capitalismo. Evidenzia l’ingerenza di diversi monopoli di vari Paesi capitalisti e loro alleanze, in particolare Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Europea, Russia e Cina, nonché i piani delle classi borghesi di questa regione. Analizza i piani contrastanti per le rotte di trasporto dell’energia e delle materie prime, che potrebbero in qualsiasi momento scatenare violenti conflitti nella regione. Si fa riferimento in particolare alle aspirazioni di Stati Uniti e Unione Europea da un lato, e di Russia e Cina attraverso l’Unione Eurasiatica dall’altro, di esercitare una maggiore influenza in Kazakistan. Infine, viene evidenziato il pericolo per la classe operaia della regione centroasiatica di allinearsi dietro i diversi interessi borghesi.
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